Il 19 Luglio del 1992, la strage di via D’Amelio.
Persero la vita Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Il magistrato era consapevole che, dopo la morte di Falcone, sarebbe andato incontro alla morte. Continuò, comunque, il suo lavoro.
Onorò le Istituzioni e la memoria del suo amico e collega.
Va detto che, nei suoi confronti, lo Stato non fece lo Stato.
A trent’anni anni di distanza resta e cresce l’esempio, il sacrifico di Paolo Borsellino.
Tenerlo vivo è dovere morale.